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Il Fondo

Il Fondo Enzo Mari è stato acquisito dallo CSAC dell’Università di Parma in quattro momenti successivi, in un intervallo di tempo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: le donazioni del 1977, 1978 e 1988 sono a opera dello stesso Mari, mentre un’ulteriore integrazione, a opera di Bruno Danese e Jacqueline Vodoz, risale al 1982.

Le acquisizioni da parte dello CSAC dei documenti che costituiscono il fondo è passata attraverso gli incontri che Arturo Carlo Quintavalle e Simona Riva hanno avuto a Milano nello studio di Mari alla presenza del designer stesso, impegnato in prima persona nella selezione e donazione dei suoi materiali, e di Maria Mari, collaboratrice dello studio, che ha compilato una parte delle schede di donazione.

In questi incontri, inoltre, accanto alla raccolta fisica dei documenti, Quintavalle ha annotato idee e dubbi relativi alle diverse fasi di ogni progetto condivisi da Mari, che sono poi confluiti nel volume Enzo Mari, catalogo dell’omonima mostra, organizzata a Parma nel 1983, a tutt’oggi una delle pubblicazioni di riferimento sull’autore, in cui ogni progetto è raccontato in prima battuta da Mari e approfondito attraverso riferimenti storici e l’analisi dei disegni da parte di Quintavalle.

Mari ha donato solo una parte dei progetti da lui realizzati fino al 1980, e di questi ha effettuato un’ulteriore selezione, scegliendo di donare solo i documenti che ha ritenuto più significativi alla comprensione della sua poetica.

Dopo lo studio e l’analisi di alcuni progetti conservati a Milano, è emerso che i documenti di piccolo formato ora allo CSAC sono stati fotocopiati e le copie inserite, fascicolate e sottofascicolate, all’interno delle buste d’archivio, andando a sostituire gli originali e garantendo così la completezza dei progetti in studio. Gli originali donati allo CSAS sono stati numerati progressivamente.

I documenti sono giunti a Parma fascicolati per progetto e sottofascicolati secondo le diverse e successive fasi di studio ed elaborazione del progetto stesso. I materiali di piccolo formato (schizzi, disegni, pubblicazioni) e le copie eliografiche sono stati posti all’interno di carpette di diverse dimensioni e materiali, seguendo l’ordine del progetto di Mari: la maggior parte in cartoncino con timbro dello studio appositamente elaborato in occasione della donazione, in certi casi anche in buste di riuso con destinatario lo studio o in cartelle costruite con vari materiali, sempre di riciclo, su cui è stato scritto il numero di progetto e un titolo indicativo del contenuto.

I materiali donati da Danese nel 1982 sono stati tra i primi a far parte dell’archivio degli oggetti e sono stati posizionati assieme agli altri documenti tridimensionali (come arredi e modelli d’architettura provenienti da altri fondi, come quello dei Fratelli Castiglioni) sopra ai classificatori, che in Pilotta erano sistemati a formare una spina centrale all’interno della sala, come si evince dalle foto dell’inaugurazione del Dipartimento di Progetto.

Dal suo arrivo a Parma, il fondo è stato, ed è a tutt’oggi, largamente utilizzato a fini espositivi: anzitutto, alcuni disegni, opere d’arte e oggetti sono stati esibiti in una importante mostra monografica su Mari ospitata a Parma nel Salone delle Scuderie della Pilotta dal 23 febbraio al 30 aprile 1983; successivamente, alcuni documenti sono stati prestati per la mostra “Enzo Mari. Modelli del reale” a San Marino (Palazzo dei Congressi, 11 giugno – 15 settembre 1988), le mostre “Design italiano del 1964 al 1972” e “Design italiano del 1973 al 1990” a Milano (La Triennale di Milano, 1966) e la mostra “CSAC in Pilotta: Sambonet Mari e Munari per la tavola” a Parma (Galleria Nazionale, 29 aprile – 13 luglio 2014); infine, le ultime due occasioni espositive sede CSAC sono state nel corso della mostra “1968. Un anno” (20 ottobre 2018 – 4 agosto 2019), curata da un gruppo di ricerca coordinato da Francesca Zanella, e la mostra “Design! Oggetti processi esperienze” (6 novembre 2020 – 29 agosto 2021), curata sempre da Francesca Zanella, mentre un piccolo nucleo di disegni è stato esposto alla mostra “Il cucchiaio e la città” (22 luglio 2021 – 21 marzo 2022) presso l’ADI Design Museum di Milano.