Il metodo di archiviazione
Un aspetto molto interessante nel processo progettuale di Mari è la meticolosità dell’organizzazione della sua produzione: il designer, infatti, ha impostato l’utilizzo degli spazi del suo studio in modo archivistico, distinguendo il processo dall’organizzazione dello spazio, lavorando e costruendo un proprio percorso progettuale e ragionando contestualmente anche sul lascito della sua memoria. Il suo studio/archivio è pertanto un luogo in cui la progettazione e la conservazione si compenetrano, poiché modellati dall’autore uno di concerto all’altro in modo consapevole; questo incontro tra il suo metodo di lavoro e l’articolazione del suo studio rappresenta spazialmente un metodo di progettazione, una rete di relazioni progettuali e spaziali, cui si ha accesso attraverso gli strumenti di corredo che lui stesso ha realizzato per orientarsi nella sua produzione.
All’atto della donazione dei suoi materiali allo CSAC dell’Università di Parma, Mari ha selezionato alcuni documenti prodotti per ciascun progetto, intervenendo quindi in modo diretto sulla trasmissione del suo lavoro di ricerca.
La comprensione delle molteplici forme assunte da questo importante archivio del contemporaneo è alla base dei ragionamenti per la sua conservazione, valorizzazione e riattivazione attraverso l’utilizzo di nuovi media e tecnologie digitali come supporto alla ricerca storica.
Gli strumenti di corredo a Milano
La mappa per orientarsi tra i contenuti prodotti da Mari è racchiusa nei “libri mastro”: si tratta di inventari manoscritti che, come tali, riportano l’anagrafica di tutti i progetti sviluppati da Mari e la collocazione degli elaborati in studio. In particolare, per ciascun lavoro, sono esplicitati:
- il numero identificativo;
- il committente;
- un titolo indicativo;
- il numero romano del raccoglitore che contiene la quasi totalità dei disegni di progetto;
- il numero del rotolo in cui sono conservati i singoli disegni esecutivi afferenti quel progetto.
Da questa breve descrizione contenutistica fornita dal designer, si può evincere la natura strutturale dei libri mastri, che garantiscono allo studioso la possibilità di accedere a tutti i materiali grafici di progetto archiviati nello studio.
Accanto ai libri mastri, Mari redige i “registri di via Casati”, cinque quaderni che raccolgono le schede di ciascun progetto da lui realizzato e archiviato di cui esistono opere d’arte, oggetti e/o prototipi; i registri classificano la sua opera in:
- arte (multipli) e allegorie
- arte (strutture e pitture)
- design
- pubblicazioni
Le informazioni contenute nelle schede, tutte manoscritte e in molti casi autografe, sono organizzate in una griglia che suddivide lo spazio del foglio bianco in diverse sezioni, individuate anche formalmente dalla loro specifica direzionalità.
Grazie a questi due strumenti, è possibile accedere ai documenti che conserva lo studio.
Gli strumenti di corredo a Parma
Tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, Mari ha donato allo CSAC 3 opere d’arte, 6717 schizzi e disegni preparatori, 307 disegni tecnici ed esecutivi e libri, giochi didattici e oggetti in produzione; un numero consistente di oggetti disegnati da Mari sono stati donati allo CSAC da Bruno Danese e Jacqueline Vodoz.
Ogni progetto, parte del fondo conservato in archivio, è accompagnato da una scheda molto dettagliata, strumento imprescindibile per comprendere la complessa articolazione non solo del lavoro nel corso della donazione ma anche delle fasi progettuali seguite dal designer nello sviluppo della sua opera.
La scheda, in alcuni casi autografa, in altri dattiloscritta o compilata da Maria, la sorella di Mari, organizza le voci principalmente in tre sezioni: la prima, “A”, è un’anagrafica che comprende i dati essenziali del progetto; la seconda, dalla lettera “B” alla “H”, raccoglie informazioni sulla quantità di materiale donato per ciascun diverso momento del processo progettuale; la terza, “I”, riguarda la bibliografia legata al progetto considerato.
Ciascuna scheda è stata utilizzata per ricostruire l’organizzazione dei materiali in fase di donazione.