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Edizioni d’arte per Danese degli anni Cinquanta e Sessanta

Dal 1959 si affianca al settore della Produzione Danese quello delle Edizioni: viene affrontato per la prima volta in Italia il problema della divulgazione di oggetti a fruizione estetica. Inizia la realizzazione di oggetti progettati da Bruno Munari ed Enzo Mari: si tratta di “multipli”, opere progettate appositamente sulla base delle esperienze di ricerca per essere prodotte con mezzi industriali e quindi, senza perdere il proprio valore, disponibili in un alto numero di esemplari. Attraverso questa particolare produzione, si cercava di risolvere la difficoltà di divulgazione che presentavano queste ricerche per le loro particolari caratteristiche – tridimensionalità, mutazioni cinetiche, deformazioni ottico-dinamiche –; in alcuni casi, soprattutto quando gli oggetti avevano costi di realizzazione alti, le allora vigenti consuetudini di mercato hanno permesso edizioni limitate nel numero di esemplari prodotti.

Nel 1962 viene realizzato Tetrastilo: si tratta di una serie di moduli tridimensionali – cilindri, parallelepipedi, coni – realizzati con diversi tipi di marmo che, variamente combinati, costruiscono modelli di edifici dell’antichità.

Nel 1964 inizia la produzione della Serie della Natura di Mari, il cui progetto inizia nel 1961: le grandi stampe di questa serie sono studiate per soddisfare il bisogno di una decorazione per i luoghi di vita e lavoro. Per questa serie, attraverso immagini comprensibili a tutti, si risale a una tradizione figurativa depurata da tutti gli elementi superflui o meramente superficiali:

L’immagine riproduce la forma naturale con esattezza tipologica e nella nitidezza del suo colore e della sua forma.

Accanto a questo progetto, vengono prodotte anche edizioni speciali, che esemplificano le diverse ricerche di Mari degli anni Cinquanta e Sessanta. Al 1959 risale la produzione di oggetti che esemplificano le indagini sulla relazione tra contenitore e contenuto: Danese edita sfere, cubi e cilindri in resina poliestere con serigrafia interna.

Nel catalogo delle Edizioni Danese si legge:

Riferire un determinato volume a un modulo di raffronto permette di migliorare la percezione della sua consistenza. In un volume cubico trasparente sono incorporate una o più figure solide.

Si danno indicazioni anche circa la collocazione dell’oggetto – all’altezza dell’occhio e molto illuminato – per apprezzarne il contenuto di ricerca.

Tra il 1959 e il 1963, la ricerca si amplia includendo anche le deformazioni ottico-dinamiche, come per esempio:

Un cubo è incorporato in un volume sferico trasparente e la sua immagine viene continuamente e diversamente deformata dalla superficie curva della sfera, secondo il mutare della posizione di chi osserva.

Sempre al 1959 risalgono le ricerche sulle relazioni sensoriali, esemplificate dal progetto Nove materiali:

Nove cubi di eguali dimensioni differiscono tra loro, secondo la materia da cui sono costituiti, per colore, riflessione, trasparenza, peso, qualità della superficie. Verificando le diversità esistenti si possono osservare le relazioni che queste hanno con i nostri sensi.

Nel 1962 Danese edita Reflex che mostra le ricerche sulle dilatazioni apparenti di uno spazio tridimensionale interno:

All’interno di un cubo è posta in diagonale una lastra riflettente. Delle aperture permettono l’osservazione dell’interno. L’osservatore, muovendosi, può conferire all’oggetto particolari proprietà cinetiche.

Infine, tra il 1958 e il 1968 sono prodotti degli oggetti che riguardano l’ambiguità di percezione dello spazio tridimensionale interno, tra cui Quattro spirali in alluminio anodizzato naturale e nero:

Comprimendo l’intradosso di spirali a passo costante, uguali ed equidistanti, incise in una lastra piana, si percepisce lo spazio interno di quattro volumi conici virtuali di differente profondità, delineati dallo svolgersi secondo angolazioni crescenti dei piani-spirale.